Capita, qualche volta di sentire persone parlare dei loro
tempi con nostalgia e con un equivalente disgusto parlano dei tempi attuali.
Riesco a comprendere perfettamente, anche perché spesso per i “ nostri tempi” s’intende
quel magico momento in cui la gioventù ci apre tutto un mondo di
possibilità di vita, tutta una speranza
di gioia ineguagliabile al resto della nostra esistenza.
Ho il timore però che si rischi di cadere in un pericolo
atteggiamento di separatismo dai tempi attuali: quelli dei nostri figli, dei
nipoti, dell’odierna gioventù.
Mi spiego. Noi tutti siamo figli di Dio, tutti parte di una
sola famiglia; membra unite di un solo corpo: il Corpo Mistico di Cristo.
“Se un membro dicesse: io non faccio parte del corpo, non
per questo non ne farebbe più parte…”
Se i nonni o i genitori dicessero: io non faccio parte di
questo mondo, non mi riconosco in questa famiglia, non per questo non ne
farebbero parte. Nonni e genitori sono parte fondamentale di questa famiglia e
se seguiteranno a fare la loro parte anche nei tempi che non sono più “belli”
come loro decretano, ne deriverà un giovamento agli altri membri della
famiglia.
Rifiutare il mondo ed i gusti della gioventù, potrebbe
significare tirarsi fuori dalle fondamenta della gioventù. Sicuramente i loro
erano dei bei tempi e allora c’è da sperare che ci portino quel che di bello
hanno visto e vissuto e l’unico modo è facendo parte di questo tempo.
Vedere solo il negativo del mondo di un nipote è quasi uno
schivare il nipote stesso. Come se una casa fosse distrutta nelle sue
fondamenta: prima o poi verrà giù.
Rimanere nel mondo dei nipoti è rimanere con uno Spirito
Giovane, disposto a vedere le stesse cose da angolature diverse.
Per esempio: una musica a me mette tristezza, a mia figlia
pace. Perciò a me non piaceva e a lei si. Non c’è giusto o sbagliato in questo
caso: ci sono due motivazioni diverse, entrambe giuste. Mi sembrava strano che
le suscitasse pace, ma ora che la sento di nuovo, ora che l’ascolto con lei,
anche a me dà pace. Forse solo perché rappresenta la pace di mia figlia, ma ora
non sento più tanta tristezza. Penso ai suoi occhi mentre l’ascolta, ed ecco
che sento nelle stesse note tanta serenità. Ho guardato e ascoltato con l’amore
di chi desidera conoscere una parte del figlio che non conosceva perché non
l’ha generata: il suo Spirito.
Se un figlio si sente amato e considerato nei suoi
interessi, amerà considerare gli interessi dei genitori e dei nonni; li
prenderà come valide pietre di costruzione della propria saggezza.
La mente evolve, lo spirito si colma di saggezza nel corso
degli anni e i più grandi cambiamenti si fanno in gioventù. E’ caratteristica
del giovane avere una grande carica d’energie fisiche e intellettuali che lo
spingono a soddisfare le varie curiosità. Essere giovane equivale ad avere
voglia di capire, di scoprire tanti perché. Il corpo invecchia, ma lo spirito,
se sta davvero cercando, acquisisce una sapienza tale da comprendere che non
finirà mai di apprendere. La saggezza perciò, dovrebbe presentarsi negli anni,
ma non è sinonimo di vecchiaia. Anzi! E’ sapere che occorre mantenere lo
spirito giovane, sveglio e desideroso di conoscere. Non appena si affaccia
l’idea che sappiamo abbastanza, ecco che lo spirito mostra i segni della vera
vecchiaia.
La persona matura quindi dovrebbe essere tanto saggia da
capire che bisogna stare vicino ai giovani perché gli mostreranno le cose che
sa, da un ennesimo nuovo punto di vista e anche perché al giovane serve la
sapienza che ha accumulato negli anni in cui lui non c’era.
Se le “radici” si auto-sottraggono mettendosi continuamente
in un atteggiamento di critica e disgusto, i “fiori” appassiranno e si
metteranno in posizione d’inimicizia nei confronti delle radici e non vorranno più ascoltare ciò che di buono
hanno. Danni per tutti! Ma soprattutto per i giovani che inizieranno la loro
vita con una fastidiosa sensazione di rifiuto e disamore. La loro vita si farà
più aspra. Si chiuderanno e diverranno scortesi nell’esposizione dei loro
pareri e gusti perché avranno un sapore amaro in bocca: l’incomprensione dei
propri cari.
Se invece si sentiranno ascoltati, impareranno subito ad
accettare le opinioni altrui, le mediteranno con serenità e decideranno cosa
considerare utile per la loro crescita. Lo faranno poiché la loro mente e il
loro cuore non sarà contaminato dal sospetto di essere sbagliati a priori solo
per essere “giovani”. Ricorderanno che chi obbietta qualcosa è sempre stato in
grado di apprezzare ciò che c’era da apprezzare, anche se non apparteneva al
suo mondo, alle sue antiche conoscenze…ai “suoi bei tempi”. Per questo sarà un
parere valido da prendere in esame anche se contrario alle proprie idee.
Forse i propri tempi erano belli grazie alla trascorsa
gioventù; forse perché certe cose andavano meglio. Và bene, è vero. Ma perché
non porre rimedio? Quel che è carne resta carne, ma quel che è spirito è dello
Spirito e può rinascere a vita nuova. Si può riavere la Gioventù dello spirito
e migliorare certe situazioni. Si può fare, almeno per quanto concerne la
nostra famiglia.
Chissà che un po’ dei
“ bei tempi” non tornino a rasserenarci la vita!
Per quanto mi riguarda, ringrazio Dio perché i miei “Bei
Tempi” sono qui e ora perché posso guardare gli occhi dei miei figli mentre
ascoltano la loro musica preferita.
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