Oggi sono successe un paio di cose che mi hanno
fatto meditare e giungere a una conclusione che vorrei comunicare a più persone
possibili.
Penso che tutti abbiamo una croce: un malanno,
una marea di pensieri che ci angosciano. La carenza del lavoro. Le
problematiche dei familiari anziani che ci pesano sia fisicamente che
moralmente. L’idea che i nostri figli si ritrovano in un mondo dove amore ce n’è
ben poco, a prima vista. E tante altre cose che portano dolore e difficoltà
alle nostre giornate.
Lo penso sempre quando guardo in volto le
persone. Alcune sono corrucciate, altre solo serie e tristi, altre..sorridono
ugualmente. Ma tengo sempre presente che ognuno ha i suoi problemi nel corso
della giornata.
Li guardo e penso a loro come a dei fratelli.
Come guardereste un fratello, o un padre, o una cara zia, vedendoli navigare
nelle loro preoccupazioni?
Sicuramente vi mettereste a escogitare un modo
per strappar loro una risata, o per distrarli dal pensiero cupo passato nei
loro occhi. O li fareste sfogare, perché tirando fuori il problema e parlandone
insieme…si scopre che qualcosa si può fare!
E se fossero isterici al punto di trattarvi
male e rispondervi come se avessero davanti un acerrimo nemico? Anche questo
può succedere! Allora dovremmo proprio ricordarci che sono persone che stanno
soffrendo al punto che sono in fase di difesa assoluta e dovremmo continuare ad
amarli. Magari non rispondendo o evitando di rincarare la dose del loro nervoso
mettendoci a litigare.
Io credo fermamente che le persone, al giorno d’oggi,
siano fondamentalmente sole e che abbiano tanta paura degli altri. Credo però
anche che è proprio in questi momenti di difficoltà che dovremmo essere più
uniti e solidali gli uni con gli altri. Scordarci ogni tanto dell’amor proprio
per aiutare il prossimo.
Ci trattano male? Pazienza…succede ogni tanto
nella vita: non cerchiamo a tutti i costi di dimostrare che abbiano ragione e
mettiamoci nei panni dell’altro, facendo quello che è meglio per lui. Si
sentirà perdonato, amato, tollerato e allora, calmandosi si renderà conto dei
suoi nervosismi e gli si aprirà una porta nel cuore: la speranza che “l’altro”
non è necessariamente sempre un nemico, ma potrebbe essere un fratello...
Come dicevo all’inizio, abbiamo tutti i nostri
guai, grandi o meno, ma li abbiamo perché è la nostra condizione su questa
terra, e non è colpa di qualcuno in particolar modo. Quello che possiamo fare
per rendere la vita migliore è far sentire il nostro “vicino” di casa su questo
pianeta, un po’ meno sconsolato, un po’ meno solo. L’unione fa la forza e il
sentirsi almeno tollerato o addirittura compreso, diminuisce il peso del nostro
soffrire di un 60%!
Questo si può fare, è in nostro potere. Se
qualcuno sta male (di qualunque male sia e chiunque sia) mostriamoci vicini,
comprensivi, pazienti. Fare il contrario, cioè litigare, essere insofferenti e
pignoli, forse ci otterrà la “giusta ragione” dalla nostra parte, ma caricherà
il prossimo di un peso in più. Allora a quel punto a che servirà avere ragione?
Vedete che Dio in questo mondo è “misericordia”
perché non fulmina nessuno quando sbaglia e molti dicono di Lui (giudicandoLo)
che non è giusto! è vero....ma secondo voi perché fa così? Perché Lui sa bene
che converte ed edifica di più una misericordia per niente meritata che un
giusto fulmine per traverso.
Se Lui si è messo nei nostri panni…perché non
lo facciamo noi con gli altri?
Così nel mondo ci sarà più amore…..il tuo!
E' riposo, far riposare gli altri |
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